CA Photo & Motorsport CA Photo & Motorsport

TUTORIAL: Macro o CloseUp?

Previos Post

Il mondo della fotografia macro o close up è complesso ma allo stesso tempo affascinante e infinito. Dopo lunghe ore passate alla caccia della differenza tra MACRO e CLOSE UP vengo a scoprire che gli scatti che ho realizzato, e vi propongo, sono al limite tra le due definizioni. Non posso definire gli scatti “Macro” perchè non ho utilizzato un’ottica dedicata ma allo stesso tempo il soggetto è forse troppo vicino per definirlo “Close Up”. Ignorando quindi la vera definizione sono passato all’azione. Innanzitutto procuriamoci un Anello di Inversione, un attrezzo da pochi euro che ci permette di invertire l’ottica e poter fotografare con la lente “al contrario”.

Figura 1

Come illustrato in Figura 1, normalmente riusciamo a fotografare oggetti relativamente grandi riuscendo a impressionarli sul sensore, che è relativamente piccolo. Invertiamo il punto di vista.. cerchiamo di fotografare oggetti piccoli o piccolissimi cercando di impressionarli sul sensore che, rispetto all’oggetto “micro”, è relativamente grande. In teoria il concetto è abbastanza semplice, ma in questa rotazione purtroppo perdiamo completamente l’elettronica dell’ottica, quindi fotografiamo senza informazioni di esposizione, autofocus e di diaframma. Analizziamo ognuno di questi problemi singolarmente. L’esposizione in fin dei conti non è un problema, tanti fotografi non stanno a guardare l’esposimetro in certe situazioni, forti dell’esperienza acquisita. Illuminiamo in maniera ottimale il set e abbiamo parzialmente risolto il problema, per il resto può venirci in aiuto il LiveView e il software di connessione al PC così da avere l’anteprima del set in tempo reale e soprattutto poter visionare immediatamente lo scatto.

Passiamo alla messa a fuoco: l’autofocus e’ disabilitato e, avendo a che fare con soggetti molto piccoli, è problematica anche la messa a fuoco manuale. Sono presenti in commercio le “slitte micrometriche” che, installate sulla fotocamera, permettono di variare la distanza della macchina dal soggetto, regolando quindi la messa a fuoco. Io ho optato per una tecnica economica e sono riuscito ad evitare l’acquisto della slitta, riutilizzando la meccanica di un vecchio scanner per immagini (Figura 2).

Figura 2

Gli scanner per immagini hanno una lunghissima cinghia di trasporto connessa ad una serie di ingranaggi che ci permettono di raggiungere una precisione “micrometrica”. Una volta rimossa la lampada ho installato un piccolo carrello connesso alla cinghia, sul quale ho potuto installare la il set (Figura 2, Numero 2), se non troppo pesante, e’ possibile appoggiarci la macchina e variare la sua distanza. La distanza della macchina, o del soggetto, potrà essere variata con la rotazione dell’ingranaggio connesso alla cinghia (Figura 2, Numero 1). Il diaframma è un grosso limite di questa tecnica “economica” perchè con l’elettronica disattivata il nostro diaframma avrà una massima apertura quindi una profondità di campo ristrettissima. Il risultato di un diaframma troppo aperto è un soggetto parzialmente, o in casi limite addirittura per l’80%, sfocato. Per ovviare a questo problema si può ricorrere alla tecnica dell’IMAGE STACKING. Questa tecnica consiste nell’eseguire diversi scatti con punti di messa a fuoco differenti e poi, tramite software di manipolazione digitale, unire gli scatti. Il software utilizzato in questi scatti è Adobe Photoshop CS6. Se vorrete cimentarvi in questa tecnica la rete ha tanti tutorial validi, conoscere l’inglese vi può portare risultati migliori. Anche per la messa a fuoco, come per il diaframma, sarebbe opportuno utilizzare il LiveView e le EOS Utility, sia per trovare la messa a fuoco fine che per evitare di muovere la macchina premendo il pulsante di scatto.

Gli scatti che trovate in questa pagina sono eseguiti da una Canon EOS550D con l’anello di inversione installato su un’ottica standard Canon EF-S 18-55. Il “micro-set” è stato realizzato sul carrello dello scanner per poterne variare distanza e messa a fuoco. Come citato precedentemente, il software utilizzato per l’Image Stacking è Adobe Photoshop 6 con cui ho unito dai 5 agli 8 scatti con punti di messa a fuoco differenti

Previos Post Share:

More Posts