WRC Rally Italia Sardegna 2014

Non era meglio “Dusting in the Jump”?Quello che segue è il diario di bordo di un fotografo semiserio alla sua sesta esperienza al Rally d’Italia-Sardegna.

Eccoci! Pronti per un’altra avventura, un altro weekend di passione tra polvere, motori e tanta strada da fare. Sono quasi settecento i chilometri che la mia compagna ed io dovremo percorrere tra asfalto e sterrati, tra appassionati di rally o semplici curiosi. La prima giornata di gare inizia a Cagliari, dove si terrà la SSS1 sul circuito allestito nell’area portuale. Vista la ressa di gente e, a parer mio, la poca spettacolarità della prova, decidiamo di dirigerci direttamente verso il Nord Sardegna dove si terranno le gare successive, ignorando allegramente la SSS1.

Dopo una notte trascorsa a metà strada, la mattina siamo pronti a vivere la SS2 tra Alà dei Sardi e Monti, denominata Terranova Nord. La giornata si presenta già calda dalle prime ore del mattino, l’estate inizia a farsi sentire proprio in questo weekend di rally. Nonostante sia una giornata lavorativa, abbiamo subito l’impressione che il pubblico sarà molto numeroso. Consci di questo, cerchiamo una curva spettacolare in discesa dove nessuno ci possa disturbare e, come sempre negli eventi di questo tipo, dobbiamo stare in allerta sul punto prescelto per non perdere la priorità acquisita!! Memorizziamo i primi scatti senza una particolare soddisfazione per il posto scelto. Sarà il caldo, sarà la prudenza dei piloti sulla prima speciale…lascio a voi lettori la valutazione delle foto. Quest’anno non mancano le battute su Robert Kubica, sempre sfortunato, a volte si spinge oltre i limiti della vettura e della fisica. Scherzando metto in guardia la mia compagna sul fatto che quando passerà dovremmo metterci al sicuro! Dopo il suo passaggio decidiamo di spostarci lungo il tracciato e finalmente arriva qualche scatto soddisfacente. Il passaggio delle vetture attraverso una strettoia in cui rallentano, ci permette di eseguire dei panning con ottiche grandangolari e con l’ausilio del polarizzatore che, purtroppo, a causa di un sasso, ci ha salutato per sempre.

Tra una chiacchiera e l’altra raggiungiamo l’auto sotto il sole cocente delle 13:00 e subito siamo in fila per la prossima speciale a Loelle. Un serpentone di auto ci fa arrivare in ritardo alla speciale, ma scopriamo di essere in orario visto che la coda ha interessato pure i protagonisti della prova! Dopo qualche indecisione se stare nel crossodromo di Loelle, decidiamo di fare qualche passo più in là, spinti dalla voglia di fuggire dall’attaccabottone logorroico di turno. Mai scelta fu più azzeccata! Scatti avvincenti, ombra e traversi dei piloti non ci fanno rimpiangere la posizione precedente.

Giungono informazioni che Latvala è leader della gara, le sensazioni sul tracciato coincidono con il risultato, le Volkswagen Polo appaiono le più pulite e veloci. Analizziamo le carte e troviamo un salto interessante, il Pino’s Jump alla SS8 chiamata Coiluna-Crastazza. L’arrivo alla prova è devastante, abbandonato l’asfalto percorriamo una strada impervia con salite ghiaiose. Sarà meglio prendere la rincorsa se non vogliamo rimanere piantati al centro della salita. Appena arriviamo, lo scenario che si prospetta davanti a noi è entusiasmante: dopo una lunga salita le vetture devono affrontare un salto ad alta velocità e atterrare di fronte a noi per poi proseguire a tavoletta. Mentre siamo alla ricerca di un buon punto da cui fotografare incontriamo un amico fotografo che, su una posizione con coefficiente di pericolosità altissimo, ci consiglia un punto di scatto favorevole e meno rischioso qualche metro più in là, così cogliamo l’occasione al balzo! Dopo una lunghissima attesa dovuta al sommarsi dei ritardi della giornata, finalmente arrivano. Le vetture si staccano da terra atterrando incredibilmente 15 metri avanti, come se nulla fosse. La luce ormai scarseggia, gli ISO aumentano e io riprendo le auto frontali cercando di immortalare l’attimo in cui il salto raggiunge la massima altezza. Soddisfatti delle foto fatte, possiamo finalmente rientrare in albergo, lasciando lì il povero amico fotografo che tornerà alla base, con il buio, qualche ora dopo.

Destinazione Buddusò. Alla faccia della crisi, l’albergo è strapieno. finalmente possiamo levar via i chili di polvere che abbiamo addosso e preparare le EOS per la giornata successiva.
La mattina la speciale si tiene in luogo fantastico, ormai divenuto mitico, Monte Lerno. Il fatto di dirigerci laddove l’anno scorso abbiamo dormito, camminato, fotografato ed esultato evoca nelle nostri menti piacevoli ricordi, ma ben presto l’aura di romanticismo svanisce dinanzi al salitone che ci aspetta sotto il sole cocente. Infatti, giunti ai parcheggi, veniamo bloccati qualche chilometro prima della ricongiunzione con il tracciato, ben tre ore prima della gara. Borbottiamo, ma almeno riusciamo a consolarci al fresco sotto l’ombra di qualche albero qua e la’, fino ad arrivare al salto che vede già tutte le postazioni interessanti STRApiene. Vista la fiumana di gente decidiamo di proseguire oltre. Arriviamo fino in cima, laddove il tracciato scollina e, attraversando un cancello tra muretti a secco, prosegue per una serie di tornanti. Notiamo una situazione singolare: in questo tratto di percorso, la quantità di fotografi professionisti rapportata al resto del pubblico è 1:2, forse abbiamo trovato lo scenario giusto! Lo spettacolo che si vive da lassù è incredibile, è possibile avvicinarsi alle vetture con ottiche grandangolari senza correre il rischio di esser presi in pieno dalle auto, il tutto con il Lago Lerno sullo sfondo che ci pare la ciliegina sulla torta. Gli scatti e l’ambiente sono i più appaganti di tutto il weekend. L’atmosfera da Rally qui si vive, le vetture ci passano vicino, l’elicottero si abbassa e genera un turbine d’aria e il pubblico si esalta al passaggio dei piloti!

Eccoci di nuovo in marcia verso la SS12 di Monte Olia. Avevamo già visto questa speciale due anni prima e il nostro ricordo non era particolarmente entusiasmante, così siamo andati spediti oltre la postazione passata, alla ricerca di uno scorcio interessante e, possibilmente, all’ombra. Finalmente troviamo un gran bel punto da cui possiamo fotografare le vetture che devono affrontare una curva in leggera discesa e molto alberata. Come sempre siamo in anticipo, riprendiamo fiato. La posizione e’ ottima ma senza via di fuga e lo spazio per muoversi e’ davvero piccolo. Posizioniamo le macchine su punti strategici (un piccolo cespuglio di cisto e una cordicella di fortuna hanno svolto egregiamente il loro compito). I primi piloti affrontano le curve con decisione, le luci sono al top, il sole filtra sulla polvere sollevata dalle vetture disegnando le scie dei raggi solari. E’ tutto perfetto! Le EOS sono pronte ad immortalare anche il prossimo pilota in arrivo, Robert Kubica con la Ford Fiesta RS WRC numero 10. All’ingresso della curva il pilota si accorge di aver danneggiato la sospensione anteriore destra nella curva precedente, ma oramai è tardi. Dinanzi alle nostre facce incredule, Kubica entra in testacoda e batte contro un albero proprio davanti a noi. La polvere ci avvolge e io mi stizzisco perché con l’ottica 75-300 non riesco che a fotografare la targa. Abbraccio subito l’altra macchina e scatto a più non posso. Conscio del fatto che sta arrivando la Polo di Ogier, Robert cerca di mettere al riparo l’auto, che ormai non ha più direzionalità. Con una freddezza disarmante, tenta una serie di manovre per fare inversione, ma invano. Fa retromarcia per circa 30 metri, dove la strada si allarga e grazie all’aiuto di qualche spettatore corso in aiuto riesce a spostare la macchina di lato, creando una sorta di corridoio in cui i piloti possono passare senza che sia necessario bloccare la gara. L’entusiasmo del momento lascia spazio alla delusione per l’accaduto. Kubica è un gran pilota che stimo e apprezzo ma che spesso è sfortunato, come in questo caso.

Passa Ogier e non toglie il piede dall’acceleratore nemmeno per un attimo, come se lo spazio tra l’albero e la Ford Fiesta fosse immenso. Nel frattempo, il navigatore Szczepanik, va a posizionare il triangolo prima della curva per avvisare i piloti che seguono di una vettura ferma in pista. In barba alle segnalazioni, arriva Jari Matti Latvala come un fulmine e anch’esso s’infila senza la minima titubanza nello spazio lasciato da Robert. Continuo a fotografare l’auto ferma in pista e i protagonisti dell’incidente. Indimenticabile il fragoroso applauso che il pubblico riserva a Robert Kubica quando gira l’angolo, rimasto a piedi, per raggiungere il traguardo che distava giusto qualche curva dal luogo dell’incidente. Kubica e’ un grande campione eppure colpisce la semplicità e l’umiltà dei suoi gesti. Forse è per questo che il pubblico lo ama tanto. Il suo essere un po’ sfortunato, se così si può dire, un po’ meno perfetto dell’impeccabile Ogier, lo rende “uno di noi” ed è anche per questo che ci piace tanto.

Terminata la gara ci mettiamo in marcia verso Castelsardo dove domani mattina si svolgerà la SS15. All’arrivo a Castelsardo c’è un tramonto mozzafiato, la Sardegna è unica! Arrivato in Hotel è mia premura caricare subito le foto scattate, gli unici ad aver assistito alla scena dell’incidente hanno il “dovere morale” di mostrarla al pubblico!
La notte scorre tranquilla, un bicchiere di vino e del buon cibo e’ quello che ci vuole per ricaricare le batterie dopo una giornata così intensa. La mattina sembra essere arrivata troppo in fretta. Usciamo di buon’ora per raggiungere il tracciato. Abbandonata la strada statale risaliamo il percorso fino ad un rettilineo quasi pianeggiante che termina con un tornante in salita. Decidiamo che la nostra posizione è subito dopo il tornante, segnalato come “Curva 61”. Ci posizioniamo ma ancora non porto fuori le macchine, meglio non fargli prendere troppa polvere. Sentiamo la vettura S4 che arriva da lontano, percorre il rettilineo prima del tornante, poi va a schiantarsi sulla tangente del tornante stesso, esplodono gli airbag all’interno dell’auto. Rimaniamo allibiti per la seconda volta in meno di 16 ore. Essendo gli unici testimoni siamo pure gli unici a poter prestare soccorso. Corro verso i commissari per accertarmi che stiano bene, e così è. Non mi trattengo dal voler condividere con il pubblico dei Social Network l’accaduto!!

Finalmente arriva la gara vera e propria, la posizione di scatto è ottima e le luci, visto il sole accecante, molto intense e decise. I big passano rapidi su un terreno molto scivoloso e la mia intenzione è quella di fotografare la nube di polvere e pietre che i piloti sollevano durante il loro passaggio. A fine mattinata sono soddisfatto degli scatti eseguiti ma lo spettacolo si è rivelato decisamente sottotono rispetto alle speciali del giorno precedente. Il sole è ormai alto nel cielo e l’ultima speciale della giornata è troppo lontana perché riusciamo a raggiungerla. Così la nostra destinazione successiva è la bellissima città di Alghero, dove quest’anno, per la prima volta, si terranno le premiazioni. Purtroppo il podio è stato pensato in maniera tale che solamente i VIP possano gustarsi la sfilata dei piloti, ma almeno respiriamo aria di Rally in uno scenario fantastico e affollatissimo!
La nostra avventura al campionato mondiale Rally in Sardegna si è conclusa così, le memorie delle macchine fotografiche sono piene e possiamo tornare a casa. Quello che spero di trasmettere con i miei scatti e’ di far rivivere quei momenti da pelle d’oca a chi ha avuto la fortuna di viverli di persona, ma anche di incuriosire chi ancora non è stato contagiato da questo magico evento. Un piccolo appunto negativo per la percezione di disorganizzazione, come le lunghe file in auto per pubblico e piloti e una “poca informazione generale” da parte degli addetti ai lavori. Ma a parte questo “Il mondiale RALLY deve rimanere in Sardegna”!!!

Claudio Aresu

 

 

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